sal-va-guàr-dia
SIGNIFICATO Tutela, difesa; protezione, scorta
calco dal francese sauvegarde,
composto da sauve 'salva' e garde 'guardia,
protezione'.
L'evoluzione
di questa parola ha tracciato un arco dal concretissimo all'ideale -
non senza
perdere qualcosa.
Sentiamo comunemente parlare di salvaguardia del territorio, della
tradizione,
del valore. Tutele, difese. Ma la salvaguardia compare in italiano
descrivendo
la più fisica, la più presente e prestante delle
tutele, cioè come protezione
armata, come scorta speciale accordata dal potere sovrano. In altri
termini, la
salvaguardia era una vera e propria guardia, posta a riparare
città e persone
dalla minaccia concreta di un preciso male. Ora, sono la forza e la
determinazione di questa salvaguardia a fissare il colore e
l'intensità che
tale parola dovrebbe avere.
Invece ci accorgiamo che spesso 'salvaguardia' è usata per
descrivere tutele
molto più blande, difese generiche, non di rado semplici
statuizioni di
principio, al massimo presidiate da qualche rapsodico divieto. Pensiamo
a che
materia di satira siano i regolamenti di salvaguardia del decoro
urbano, a
quanto vacui e fragili possano essere i propositi di salvaguardia
dell'ambiente. D'altro canto, in materie meno fruste, lo smalto di
questa
parola si vede molto meglio: pensiamo alla scelta lavorativa che
facciamo per
la salvaguardia della famiglia, all'impegno che mette l'imprenditore
nella
salvaguardia della sua attività.
C'è poi un uso molto particolare e desueto che merita
attenzione, che corona il
discorso: la salvaguardia come ruolo protettore di una
virtù. L'amica può
contare sulla salvaguardia di un'intelligenza poliedrica, il fratello
ha la
salvaguardia di una fibra morale adamantina, e in un certo buio
l'allegria è
salvaguardia. (Perché la scorta ce la possiamo anche portare
dentro.)
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